Pubblichiamo fedelmente un post scritto qualche giorno fa da un’ex insegnante di tennis, Elena Petrucciano, che merita di essere letto e condividiamo parola per parola.
Dopo aver passato un anno così difficile, la Federazione Italiana Tennis pensa bene di mandare al 7 Gennaio, appena rientrati dalle vacanze, una bella lettera di remind delle quote da pagare dell’Albo Maestri. Pur non volendo entrare nella polemica (giustissima) di una possibile riduzione della quota, a seguito di un anno difficilissimo per tutti coloro che fanno dell’insegnamento tennis un mestiere, (e non ci entro non perché non sia sacrosanta ma perché non è una cosa che mi ha colpito personalmente visto che non sto insegnando tennis in questo momento), non posso non commentare pubblicamente lo sconcerto che ho provato leggendo quest’email.
Dopo un anno cosi, come quello 2020, decidono di mandare nel 2021 un’email con il tasto “copia-incolla” degli anni passati. Non una parola di conforto, di elogio, per i tanti maestri che stanno tenendo duro quest’anno. Non una parola di vicinanza a loro e le loro famiglie, agli allievi che non hanno potuto giocare, a tutti coloro che lavorano nello sport e nei centri sportivi. Non una parola sul fatto che le quote siano rimaste assolutamente invariate quest’anno come se nulla fosse successo.
Ma come ti permetti, al 7 Gennaio, dopo un anno passato così, e tutt’ora ampiamente incerto, di non esordire con degli auguri di auspicio per un anno migliore? Come ti permetti di non dire nulla di umano a chi ti legge e ti sostiene da anni? Come ti permetti di non preoccuparti di come stanno le persone alle quali ti stai rivolgendo?
Non sono i soldi a fare la differenza. Sono le persone a fare la differenza. È il loro essere umani a fare la differenza. Vuoi chiedermi e ricordarmi con così tanto zelo i soldi? Bene, ma devi farlo con dignità. Devi fare quel gigantesco sforzo di aggiungere alla tua newsletter di rountine copia-incolla, due parole umane che ti diano il permesso di andare a chiedere i soldi a chi non ha lavorato quasi tutto l’anno, come se tutto fosse normale. Io sono disgustata da questa inumanità, non professionalità e arretratezza manageriale. E non sono gli unici che visto comportarsi così.
Non è normale essere così mediocri nella gestione dei rapporti con la propria comunità, i propri colleghi, i propri CLIENTI (perché si, i maestri sono i clienti, che pagano delle tasse obbligatoriamente, per delle leggi fatte da loro). Non è normale. Sappiatelo. È da paese del terzo mondo, quale siamo diventati anche per colpa di gestioni così. Non è civile. E se uno si comporta in modo incivile, bisogna farlo sapere.
Alle parole di Elena ci sentiamo di aggiungere qualche riflessione. In primis non è totalmente vero, come afferma lei, che tutte le quote del 2021 sono rimaste invariate: per lo meno è vero per gli insegnanti (che tuttavia negli ultimi tre anni hanno subito aumenti esponenziali) ma non in assoluto, visto che per esempio è aumentata la quota FIT (da 8 a 9 euro) degli iscritti ai tornei individuali.
Elena si concentra principalmente sul piano formale ed empatico della questione, ma il problema è principalmente sostanziale. Dopo una stagione drammatica del genere c’è un esercito di persone che non potranno permettersi di pagare nulla. I “ristori” verso gli insegnanti hanno aiutato in minima parte chi si è visto azzerare il proprio lavoro, ma ricordiamoci che esiste una larga platea di lavoratori che non ha ricevuto nessun aiuto: pensiamo a tutti coloro per esempio che svolgono l’insegnamento insieme ad un’altra attività (scelta non certo di interesse ma di sostentamento per provare ad arrivare a fine mese) e in virtù di questo doppio status non hanno ricevuto un euro mentre il loro “doppio-lavoro” è andato a rotoli. Con questa decisione, poco lungimirante, di non preoccuparsi dello stato di salute economico e generale dei propri insegnanti associati la Federazione stessa incentiva l’irregolarità, dal momento che tante persone senza la facoltà di pagare non pagheranno la quota annuale ma ricominceranno a lavorare appena la situazione lo permetterà…
Elena si concentra principalmente sul piano formale ed empatico della questione, ma il problema è principalmente sostanziale. Dopo una stagione drammatica del genere c’è un esercito di persone che non potranno permettersi di pagare nulla. I “ristori” verso gli insegnanti hanno aiutato in minima parte chi si è visto azzerare il proprio lavoro, ma ricordiamoci che esiste una larga platea di lavoratori che non ha ricevuto nessun aiuto: pensiamo a tutti coloro per esempio che svolgono l’insegnamento insieme ad un’altra attività (scelta non certo di interesse ma di sostentamento per provare ad arrivare a fine mese) e in virtù di questo doppio status non hanno ricevuto un euro mentre il loro “doppio-lavoro” è andato a rotoli. Con questa decisione, poco lungimirante, di non preoccuparsi dello stato di salute economico e generale dei propri insegnanti associati la Federazione stessa incentiva l’irregolarità, dal momento che tante persone senza la facoltà di pagare non pagheranno la quota annuale ma ricominceranno a lavorare appena la situazione lo permetterà…
Tutto vero come è vero che molti non si faranno soci al Club e che molti non potranno giocare. La crisi c’è e si sta espandendo. Ma loro sono forti e potenti.