Il recente boom del padel ha messo in evidenza anche in Italia un movimento enorme e variegato: quello degli sport con la racchetta che si ispirano al tennis e che mirano a raggiungere le vette di notorietà della disciplina sportiva regina. In alcuni casi, come il padel, hanno creato un vero e proprio fenomeno mediatico e di interesse: negli ultimi due anni sono spuntati campi da padel in tutti gli angoli dello Stivale, superando quota 1.200, e questa disciplina che in Spagna è considerata quasi una religione con oltre quattro milioni e mezzo di partecipanti ed è molto diffusa in tutti i Paesi dell’America Latina si sta ritagliando uno spazio davvero notevole anche in Italia.
In totale sono ventiquattro gli sport della racchetta ufficialmente riconosciuti e ce ne sono altrettanti in attesa di riconoscimento. Due di queste sono addirittura discipline olimpiche e i loro partecipanti, nell’atto di preservarne tradizione e autonomia, difficilmente accetteranno la definizione di “cugini poveri” del tennis. Si tratta del ping pong (o tennis tavolo) e il badminton (o volano). Se il primo è nato quasi parallelamente al tennis alla fine dell’800, riscontrando una grande diffusione in tutti gli angoli del mondo, il badminton, che prevede di colpire con una racchetta leggera ed allungata un oggetto di forma conica, chiamato appunto volano, allo scopo di superare una rete alta un metro e mezzo, vanta un buon successo soprattutto in Asia e nei paesi anglosassoni, mentre in Italia fatica a ritagliarsi una platea considerevole. Di concezione decisamente differente dalle altre discipline con la racchetta, lo squash è l’unico a prevedere la presenza di un muro davanti ai giocatori: la piccola palla di gomma nera, prima di ricadere sul rettangolo di gioco, deve rimbalzare appunto sul muro. La racchetta ha dimensioni standard piuttosto simili a quelle del tennis e si può giocare sia il singolare che il doppio. Prevede dimensioni enormi (80 x 20 metri) invece il campo di tamburello, sport di squadra dai sapori antichi che negli ultimi anni si è avvicinato al tennis mutuandone il punteggio: anche se non si può certo definire uno sport di massa, in Italia ha raggiunto un discreto successo all’interno di una nicchia di partecipanti e spesso ha avuto l’onore di ottenere una platea nazionale grazie alle telecamere di RAI Sport.
Nel caso delle discipline appena citate (ping pong, badmington, squash in primis) esse hanno una tradizione secolare, una platea radicata in tutto il mondo e faticano a definirsi “parenti poveri” del tennis, rivendicando la loro unicità. Ci sono invece discipline più moderne, in alcuni casi molto recenti, che sono palesemente un’evoluzione del tennis. Oltre al padel, il più diffuso è il beach tennis, che fonde tre discipline (il tennis, il volley e i “racchettoni”, da cui prende la tipica racchetta da spiaggia): le regole di gioco (ad esempio l’altezza della rete di un metro e ottanta centimetri e l’assenza di rimbalzi) sono ispirate prevalentemente alla pallavolo, le gestualità al tennis, almeno per quanto riguarda il gioco a rete. In Italia il beach tennis ha avuto una buona diffusione, ma limitata soprattutto alle spiagge, e rispetto al padel ha fatto maggiormente fatica ad entrare dentro ai cancelli dei circoli tennis. Di recentissimo sviluppo è il touchtennis, che negli ultimi anni sta vivendo un boom degno di essere monitorato. Si tratta di una versione a tutti gli effetti di tennis in miniatura: le regole e la tecnica sono quelle del tennis ma applicate in campi più piccoli, che comporta dinamiche di gioco molto spettacolari. A livello professionistico i tornei più interessanti sono suddivisi in Grand Slam e Master 1000, ma il suo movimento di base sta iniziando a prendere campo anche nel nostro paese.
Queste sono le discipline della racchetta più diffuse e conosciute. Dall’altra parte ce ne sono molte altre praticamente ignote al grande pubblico. Alcuni esempi? Dal bashi (disciplina di Stato maldiviana giocata in squadre con sette o undici giocatori e praticato esclusivamente da donne) al pickelball (sport diffuso soprattutto negli Stati Uniti, un mix tra tennis, padel e badmington), dallo speedball (bisogna colpire una palla attaccata ad un filo elastico, modalità usata recentemente come forma di allenamento per i tennisti ma presente anche in una versione agonistica) allo Qianball (disciplina diffusissima in Cina sbarcata da pochi anni in Europa). Se vorrete diventare dei pionieri di queste discipline sportive in Italia lo spazio non manca, ma anche la concorrenza, come vedere, è spietata!
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